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La Giostra dell'Archidado

La Giostra dell'Archidado

La Giostra dell'Archidado affonda le proprie origini nel Medioevo e precisamente poco prima del Mille, ma è dal 1994 che i quintieri di Cortona si sfidano con le balestre, rievocando i festeggiamenti che ci furono per il matrimonio di Francesco Casali e Antonia Salimbeni.
Giunta ormai alla sua ventesima edizione, la Giostra dell'Archidado è un evento da non perdere, avvincente ed entusiasmante sia per i cortonesi, sia per i turisti che hanno la fortuna di trovarsi a Cortona durante la settimana medievale!

Origini storiche

La Giostra dell'Archidado affonda le proprie origini nel Medioevo e precisamente poco prima del Mille, origine sicuramente nata da una leggenda, come narrato nelle cronache del prof. F. MAGRINI (scrittore contemporaneo aretino). Venne istituita ufficialmente nel 1397 per festeggiare il matrimonio tra Francesco Casali, signore di Cortona, e Antonia Salimbeni, nobildonna senese. Ogni anno nella città di Cortona si rievoca questo storico evento nella seconda domenica di giugno, rivivendo gli antichi fasti medievali. Strade addobbate a festa, costumi di pregiata fattura, dame, cavalieri, sbandieratori, balestrieri, armati, paggi ed autorità civili e religiose del tempo vanno ad animare un centro cittadino già ricco di storia e bellezze artistiche di ogni tempo. Il consiglio dei Terzieri felicissimo di riproporre questo clima di festa auspica che la disfida per la conquista dell’ambita “Verretta d’Oro” da parte dei Quintieri cittadini diventi il motore trainante per coinvolgere l’intera città in un appassionante susseguirsi di emozioni, per poi lasciarsi andare a simpatici e genuini momenti di gioia e follia dal profumo antico.

Il matrimonio

Rimane di primaria importanza la documentatissima opera storica “CORTONA NEL MEDIOEVO” del nostro illustre concittadino Girolamo MANCINI. Dal capitolo XXVI “Francesco Casali sposa Antonia Salimbeni” (anno 1397 pag. 248-249).

...“La bellissima giovane arrivò a Cortona l'8 Gennaio 1397 accompagnata da Uguccio e dallo sposo. Alle nozze intervennero gl'invitati di Firenze, di Castello e m. Niccolò Castracani, ciascuno seguito da 10 cavalli, Ottaviano Ubaldini con la moglie e 20 cavalli, il signore di Baschi ed altri gentiluomini con minori scorte, una quantità di trombetti, pifferi, sonatori di vari strumenti, schermitori e travagliatori…”

”...I Malatesta di Rimini, Castiglione Aretino, Isola Maggiore, gli affittuari del Trasimeno mandarono doni. In città i rettori delle arti, nel contado i sindaci delle ville, tutte le famiglie del comune anche modeste, offrirono dolci, pollami, uccelli, strami pei cavalli. Fra i doni furono ammirati uno scheggiale di perle del costo di fiorini 100 donato da Castello, una pezza di velluto vermiglio presentata da Firenze, un cavallo e due pezze di drappo intessuto a seta e d'oro mandato da Malatesta Malatesti, ed un gioiello da petto valutato fiorini 200 offerto da Carlo Malatesti. Per addobbare il Palazzo Casali poco alla volta spogliato dai cortigiani, i cittadini prestarono letti, tavole, biancherie, bacili, posate e simili masserizie. Nei giorni delle feste riuscite molto splendide, si successero gli armeggiamenti ed i balli”... .

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